La misura allo studio del Governo per aiutare gli operatori

Mentre si dibatte su come e quando aprire le spiagge, arriva dal governo una proposta interessante per favorire le vacanze in Italia. Allo studio infatti vi è un bonus per dipendenti e professionisti entro certi limiti di reddito che potrebbe arrivare a 325 euro con un costo totale per lo Stato stimato tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro.

Vediamo come funziona. La bozza condivisa tra vari ministeri prevederebbe una detrazione fiscale (cioè la possibilità di sottrarre alle imposte da pagare la cifra in questione esattamente come accade per le ristrutturazioni edilizie) delle spese del 2020 per soggiorni di almeno tre notti presso strutture ricettive italiane. L’ipotesi è di riservare il beneficio a lavoratori dipendenti e professionisti con un reddito complessivo compreso tra 7.500 e 26mila euro. Lo sgravio sarebbe rapportato al numero di componenti del nucleo familiare: massimo 100 euro con nessun componente a carico, 100 euro aggiuntivi per il primo componente, 75 euro per il secondo e 50 euro per il terzo. Arrivando dunque a un massimo di 325 euro.

Per accelerare il vantaggio economico, i lavoratori dipendenti potrebbero chiedere che la detrazione venga applicata dal sostituto d’imposta già nel mese successivo alla presentazione della richiesta. Le prime stime delineano un costo della possibile misura di 1,2-1,5 miliardi. Resta da vedere se e come si troveranno le coperture finanziarie per questa ulteriore misura agevolativa. Del resto i conti del settore sono disastrosi. Infatti, gli operatori turistici tuttavia premono per segnali immediati alla luce del fatto che, ad esempio, Confturismo-Confcommercio ha stimato, solo per il periodo marzo-maggio, un calo nelle strutture ricettive di oltre 31,5 milioni di presenze con una perdita di giro d’affari di poco inferiore a 7,5 miliardi. E alle porte c’è l’altissima stagione: nel periodo giugno-settembre gli esercizi ricettivi italiani ospitano circa il 60% delle presenze turistiche annue.