(foto di repertorio)

Le possibili novità per gli 8 milioni di studenti e gli 1,2 milioni di operatori

Cambierà radicalmente la scuola a partire dal prossimo anno scolastico e si andrà dall’alternanza classe-casa ai banchi a scacchiera ai lunchbox per i pasti. E le proposte di Patrizio Bianchi, presidente della task force del ministero dell’ Istruzione si intrecciano con i dati. A partire da quelli diffusi dal Politecnico di Torino: si comincia dagli 8 milioni di studenti e 1,2 milioni di operatori che ogni giorno frequentano gli istituti scolastici statali a cui vanno aggiunti i 950mila alunni dei paritari (più i 200mila docenti) e i 140mila dei centri di formazione professionale (più i 20mila formatori). Senza contare i nidi e le scuole dell’infanzia. Trovare una soluzione per la riapertura di 40mila edifici scolastici significa – spiega l’ateneo torinese – per forza di cose dover pensare anche alle implicazioni per i trasporti, la viabilità, il lavoro. Da qui la necessità sottolineata nelle prime pagine del documento di un Protocollo nazionale anche per l’istruzione come avvenuto per le attività imprenditoriali.

Gran parte dello studio del Politecnico si concentra sulle misure per poter riaprire in sicurezza. Centrale è il distanziamento tra gli alunni e dunque tra i banchi. Che andrebbero posizionati “a scacchiera”, alternando posti pieni e posti vuoti. E dimezzando se possibile i presenti in ogni aula. A questo proposito il Politecnico suggerisce di non superare i 10 alunni nella scuola dell’infanzia e i 15 alle elementari, alle medie e alle superiori dove spesso si sfiorano i 30 ragazzi per classe. Il suggerimento per le aree comuni invece è quello di separare i flussi di ingresso e di uscita e di inserire dei divisori di plexiglass nelle aree di ricevimento del pubblico o nelle mese. Fermo restando che per i pasti si potrebbe pensare anche di farli consumare tra i banchi erogando il servizio di refezione con i lunchbox.

La divisione delle classi, metà in aula e metà online, della quale ha parlato la ministra dell’Istruzione Azzolina  “è quello che noi chiamiamo lo scenario zero, lo scenario di partenza, sul quale stiamo lavorando. Con varianti che vanno soppesate, perché ci sono sia i bambini di prima elementare che i maturandi. La cosa importante è che ognuno, ma neanche uno di meno, possa usufruire al meglio delle condizioni che possiamo offrire”. Lo ha spiegato oggi all’Ansa Patrizio Bianchi, presidente della task force del ministero dell’Istruzione.

L’emergenza Covid “ha evidenziato tutta una serie di problemi che nella scuola italiana c’erano già da anni”, sostiene Bianchi che in questi giorni sta lavorando per definire la road map per la riapertura delle scuole: “Sono anni che diciamo che la dimensione ideale di una classe è di 10-12 bambini, per superare le cosiddette ‘classi pollaio’. Questa può essere un’occasione, ci sono tante sperimentazioni, anche per provare ad andare oltre le classi. C’è poi il problema dell’edilizia scolastica, che andrà affrontato con uno sguardo pluriennale, ma che ci portiamo dietro da tantissimo tempo”.