Micro imprese in difficoltà per accedere al credito (foto Shutterstock)

Nicastro (Banca AideXa): “In difficoltà le imprese senza business plan”

Il totale dei prestiti alle società non finanziarie, dicono gli ultimi dati Banca d’Italia, è diminuito di 54 miliardi di euro nell’ultimo anno, scendendo a 625 miliardi complessivi. Dall’altra  parte, tra agosto 2022 e agosto 2023, l’interesse medio sui nuovi prestiti fino a un milione di euro alle società non finanziarie è balzato dal 2,24 al 5,65%. Il problema del calo del credito alle micro-imprese, quelle con un fatturato annuo sotto i 2 milioni di euro, sta più alla fonte, in dinamiche interne al mondo bancario. Davanti a un calo della liquidità fisiologico, le banche hanno sacrificato prima di tutto il credito più complicato: cioè quello alle micro-imprese, che non hanno quasi mai business plan e sono più laboriose da gestire. «Dal nostro osservatorio privilegiato – ha spiegato Roberto Nicastro, presidente di Banca AideXa (in una intervista ad Avvenire – vediamo che sulle micro-imprese è già in corso da tempo un credit crunch, una stretta creditizia, che secondo i dati delle ultime settimane rischia di allargarsi alle imprese piccole, quelle con fatturato fino a dieci milioni di euro» avverte Nicastro.

La prima ragione del calo della liquidità è stata la necessità di restituire alla Bce i fondi del Tltro, il programma con cui la banca centrale negli anni passati ha finanziato a basso costo le banche vincolando però i finanziamenti al credito alle imprese. Le banche italiane erano arrivate a raccogliere 450 miliardi di euro di finanziamenti partecipando al terzo programma del Tltro, che ha un calendario di rimborsi che si chiude a settembre del 2024. A giugno le banche italiane hanno restituito 137 miliardi di euro alla Bce e restano loro 174 miliardi da rimborsare da qui al prossimo anno. Gli istituti non hanno avuto problemi a restituire il denaro alla Bce ma senza quei fondi hanno comunque meno liquidità a disposizione. La seconda ragione sottolineata da Nicastro a spiegazione del calo dei prestiti alle micro imprese è il calo della raccolta dovuto all’aumento dei tassi. Le banche di maggiore dimensione hanno preferito non partecipare alla corsa al rilancio dei conti deposito, che erano quasi spariti negli anni dei tassi a zero e ora sono tornati in voga. Nello stesso tempo, la raccolta soffre la sempre più forte concorrenza di strumenti come i Btp Italia o i Btp Valore.

Per una banca come AideXa questa situazione offre anche opportunità: “la domanda di credito da soddisfare tra le imprese più piccole – spiega Nicastro – continua a crescere di mese in mese. AideXa, tra l’altro, ha saputo creare un modello che integra spazio digitale e fisico: utilizza sistemi di intelligenza artificiale e machine learning per valutare il merito di credito in tempi molto brevi, ma nello stesso tempo grazie a una serie di accordi con realtà come mediatori Confidi e Poste Italiane ha una presenza capillare sul territorio. L’obiettivo è quello di creare un operatore specializzato sulle micro e piccole imprese, arrivare al break even nel 2024 e riuscire a diventare un punto di riferimento collaborando anche con le altre banche”, spiega il presidente.