crescono gli ascolti radiofonici

Cresce l’appeal del mezzo radiofonico anche in epoca Covid

La radio come potente strumento di comunicazione per vendere e far rendere gli investimenti pubblicitari. E se il mercato della pubblicità langue con un calo del 33% nel primo bimestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 (ma allora la pandemia era solo alle porte) quello che va a gonfie vele è la quota di fruitori del mezzo radiofonico.

Infatti, nel secondo semestre 2020 gli ascoltatori quotidiani della radio – come emerge dalla ricerca Radioter che è stata al centro del dibattito organizzato da Mindshare con FCA la federazione dei concessionari di pubblicità, e si è tenuto in modalità digitale dagli studi di Radio Italia – sono risultati circa 34 milioni, un dato moto vicino alle audience complessive di Internet nel giorno medio, come si legge su DailyMedia. Peraltro, il tempo medio di permanenza davanti alla tv di 4 ore, non è lontano da quello della radio che ha totalizzato 207 minuti.

La tenuta della radio è dovuta anche alla capacità di adattamento del mezzo che ha portato in casa o sul pc, gli ascolti che sono venuti meno dall’autoradio visto che si è ridotto il tempo trascorso in auto a causa delle limitazioni Covid. Di fatto, come è emerso dalle relazioni, la radio rende e gli investimenti spesi sulle radio danno buoni frutti. E la radio funziona sia come drive to store, come media che porta al negozio, sia come drive to e-commerce riuscendo anche a lavorare in sinergia con gli altri mezzi come la tv e il digital. Inoltre il target radiofonico è  smart, curioso ed attento. Molte esempi di pianificazioni lo dimostrano, le campagne radiofoniche generano aumenti di accessi ai siti, reattività che si manifesta anche durante i fine settimana. Inoltre la radio si rivela preziosa anche nella costruzione della marca e della sua notorietà.