
Unioncamere fa i conti sull’andamento del terzo trimestre 2020 in regione
La crisi da Covid si è “mangiata” nel terzo trimestre dell’anno 2.648 imprese. Ma la flessione delle imprese attive (-0,7%) è però più contenuta rispetto allo stesso periodo del 2019. La più ampia riduzione è per le imprese del commercio (-1.472), segue l’agricoltura (-1.066), minori le perdite nella manifattura, nel trasporto e magazzinaggio, nell’alloggio e ristorazione. Il complesso dei servizi contiene la flessione (-0,5 per cento) e dal suo interno giungono gli unici segnali positivi, in particolare pulizia e giardinaggio, supporto alle imprese, immobiliare e attività professionali, scientifiche e tecniche. Nel terzo trimestre del 2020, quello estivo, segnato dalla ripresa di tutte le attività, la base imprenditoriale ha tenuto. I dati emergono dal Registro imprese delle Camere di commercio analizzati da parte dell’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna. Le imprese attive, a fine settembre, erano 398.989, con una diminuzione pari a 2.648 unità, che equivale a -0,7 per cento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Ma la perdita è risultata leggermente più contenuta rispetto a quella riferita allo stesso trimestre dello scorso anno (-2.875 unità).
L’impatto sui settori di attività economica
La base imprenditoriale regionale si è ridotta in quasi tutti i macrosettori, più rapidamente in agricoltura, in misura poco più contenuta nel commercio e nell’industria, mentre è aumentata, anche se solo lievemente, nelle costruzioni e nel complesso dei servizi diversi dal commercio. In dettaglio, l’insieme del commercio all’ingrosso e al dettaglio e della riparazione di autoveicoli e motocicli subisce una sensibile flessione delle imprese del settore (-1.472 unità, -1,6 per cento). La base imprenditoriale dell’agricoltura, silvicoltura e pesca si riduce di 1.066 unità (-1,9 per cento). L’industria perde 535 imprese nonostante una lieve decelerazione della tendenza negativa che si ferma a -1,2 per cento. Ulteriori segni rossi sono dati dalla perdita di 271 imprese del settore del trasporto e magazzinaggio (-2 per cento), dalla diminuzione di 226 imprese nei servizi di alloggio e ristorazione (-0,7 per cento) e dal calo delle altre attività dei servizi (-142 unità, -0,8 per cento). Non mancano variazioni positive. I principali segnali giungono dall’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+264 unità, +2,1 per cento), dall’immobiliare (208 unità, +0,8 per cento), quindi attività professionali, scientifiche e tecniche (+190 unità, +1,2 per cento), finanziarie e assicurative (+149 unità, +1,6 per cento).
Ditte individuali in crisi
La riduzione della base imprenditoriale è stata determinata dall’andamento negativo delle ditte individuali, scese di 2.928 unità (-1,3 per cento) e dalla riduzione delle società di persone (1.893 unità, -2,5 per cento). Queste ultime risentono in negativo dell’attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene invece l’aumento tendenziale delle società di capitale (+2.245 unità, +2,4 per cento).