In arrivo dal 1° giugno 8,5 milioni di notifiche bloccate dal Coronavirus

Dal 1° giugno il Fisco torna in campo, sempre che ne sia mai uscito. Con la ripresa dell’attività ordinaria dell’agenzia delle Entrate e di quella della riscossione, i contribuenti meno fedeli, in errore o in debito con l’Erario si vedranno sommergere fino al 31 dicembre prossimo da oltre 33 milioni di atti di accertamento, notifiche, lettere di compliance e cartelle esattoriali.

Lo ha confermato  il direttore dell’agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nel corso dell’audizione in commissione Finanze e Attività produttive della Camera. Di fatto, la cancellazione da parte del Senato della norma del Cura Italia che estendeva a due anni i termini di accertamento ha aperto la strada a ben 8,5 milioni di notifiche che, in assenza di proroga per gli accertamenti, arrivano subito nelle buchette dei contribuenti.

Il conto degli atti in arrivo si amplia fino ad oltre 33 milioni di notifiche se si aggiungono i 25 milioni di cartelle esattoriali e atti dell’agente della riscossione che, come ha precisato il direttore, «a prescindere dalla norma ora cancellata in quanto non prevista per l’attività dell’agenzia della Riscossione», è pronto a riaccendere la macchina e a ripartire dal prossimo 1° giugno con il recupero dell’attività ordinaria delle somme iscritte a ruolo.

Per dare un’idea della mole degli atti che fino ad oggi sono stati bloccati con le sospensioni adottate dal Governo con i decreti legge sull’emergenza Covid-19, Ruffini ha ricordato ai deputati che da fine febbraio scorso è stato sospeso l’invio di 300mila lettere di compliance sulle comunicazioni periodiche Iva e 250mila avvisi bonari, emersi dai controlli automatizzati delle dichiarazioni. A questi si aggiungono 15mila accertamenti ordinari, 200mila parziali automatizzati, 4.700 procedimenti di adesione e ben 3 milioni cartelle di pagamento bloccate dalla sospensione dell’agenzia Entrate-Riscossione.