
La lettera di un barista-ristoratore di Marina Romea
Mi chiamo Gigi Lolli, sono un barista e ristoratore di Marina Romea (Ravenna).
Scrivo questo appello o proposta a tutti i miei colleghi e a chi dovrà decidere le regole inerenti ALLA FASE 2 della ristorazione.
Il nostro settore è indubbiamente TRA quelli più colpiti da questa crisi.
Quando ci daranno il via, forse saranno passati circa 90 giorni di lockdown senza aver incassato 1 euro
Primo sacrificio
Le norme e condizioni alle quali ci dovremo (Comprensibilmente) adeguare, complicheranno ULTERIORMENTE il nostro lavoro
Secondo sacrificio
I dispositivi di protezione individuale e i prodotti sanificanti (assolutamente indispensabili), diventeranno un ulteriore costo che non potrà in nessun modo venir risarcito (pazienza)
Terzo sacrificio
E il distanziamento sociale che ci vedrà operare con distanze di sicurezza tra tavoli, permetterà di ottenere una capacità di accoglienza pari ad un 30% del nostro potenziale
Quarto, ENORME, sacrificio
Ora, la mia proposta o appello è di consentire alla nostra categoria, di poter accogliere persone appartenenti allo stesso NUCLEO FAMILIARE nello stesso tavolo, SENZA dover osservare la distanza di 1 mt, richiesta dall’ordinanza.
Ciò permetterebbe a TUTTI i ristoratori di non abbassare la propria capacità di accoglienza ad un misero 30% ma ad un 50/60%. Poter accorpare la stessa famiglia o coppia convivente sotto lo stesso tetto, in uno spazio (passatemi il termine) tradizionale, permetterebbe sì di mantenere spazio da tavolo a tavolo, (e le indispensabili norme di sicurezza) ma non obbligherebbe i ristoratori ad utilizzare il doppio dello spazio per servire la stessa famiglia che normalmente vive e socializza nello stesso ambiente domestico, quotidianamente.
Se esistessero motivi ragionevolmente importanti per i quali non è attuabile tale proposta, amici come prima..
Grazie.