Buon andamento nell’area Rimini e Forlì-Cesena, in crescita complessivamente del 7,5%
Secondo i dati Istat, nei primi nove mesi del 2017, i territori dell’aggregato Romagna – Forlì-Cesena e Rimini hanno registrato una dinamica particolarmente positiva delle esportazioni, dinamica diffusa in tutti i principali comparti produttivi, a conferma della progressiva ripresa del sistema economico.
L’elaborazione dei dati, curata dall’Ufficio Statistica e Studi della Camera di commercio della Romagna, indica un valore delle esportazioni cumulate nei primi nove mesi del 2017 pari a circa 4,4 miliardi di euro. La crescita rilevata rispetto allo stesso periodo del 2016 è stata del 7,5% a fronte di un aumento del 5,8% a livello regionale e del 7,3% a livello nazionale. Le esportazioni del territorio Romagna costituiscono il 9,9% del totale regionale.
“Dalle valutazioni dei principali centri di ricerca diffuse a fine 2017 emerge un quadro internazionale caratterizzato da trend di crescita sostenuti dall’avvio del ciclo mondiale degli investimenti. In particolare, il settore manifatturiero, a livello mondiale, è tornato a svolgere un ruolo propulsore nell’economia, in quasi tutti i maggiori paesi avanzati ed emergenti. In Italia la leva fondamentale di crescita è rappresentata dell’export che da alcuni anni sta guadagnando quote di mercato e anche il nostro Territorio sta dimostrando di essere in grado di posizionarsi sui mercati internazionali con risultati sempre migliori – dichiara Fabrizio Moretti, Presidente dell’Ente camerale -. Per rafforzare la competitività delle nostre esportazioni, la Camera di commercio della Romagna ha confermato tra le sue linee strategiche il sostegno all’internazionalizzazione con particolare riferimento alle PMI. In questa direzione,la Camera si sta muovendo anche in sinergia con la Regione Emilia-Romagna con progetti specifici finalizzati proprio al rafforzamento della propensione all’export e per un’internazionalizzazione intelligente che mira, da una parte ad aumentare il numero delle imprese esportatrici e, dall’altro, a diversificare i mercati di sbocco”