Dall’innovazione allo snellimento della burocrazia, passando per la formazione e la scuola: ecco la proposta dell’organizzazione degli industriali
MILANO MARITTIMA – E’ da Milano Marittima, che arrivano le linee di rilancio stilate da Confindustria Romagna, riunita in assemblea per eleggere i primi organi istituzionali.
La presidenza è chiara e punta su precisi punti di interesse sul territorio romagnolo a partire dalla Fiera di Rimini la cui fusione con Vicenza “garantisce la possibilità di mettere insieme grandi competenze e di creare un polo fieristico leader non solo in Italia, ma in grado di competere anche in Europa. Il piano per il raggiungimento di una prossima quotazione in borsa è un ulteriore segnale positivo che ci fa ben sperare”, si legge nel documento programmatico diffuso dall’organizzazione.
Tra i temi attenzionati anche quello delle infrastrutture e tra queste il porto di Ravenna, considerato come il fulcro della crescita commerciale e industriale di tutto il territorio. “Per questo non è più procrastinabile l’approfondimento del canale e l’adeguamento delle relative strutture per renderlo sempre più competitivo: attendiamo con fiduciosa speranza la nomina del nuovo Presidente che avrà il compito di dare finalmente avvio all’escavo dei fondali”, si legge a tal proposito sulla nota diffusa da Confindustria.
C’è poi il tema delle partite ancora aperte come La riforma degli enti camerali e l’aeroporto Fellini: crediamo che l’aeroporto sia uno snodo strategico per i collegamenti internazionali, di passeggeri e di merci, nonostante le vicissitudini degli ultimi anni. Nuove opportunità potrebbero nascere da un’apertura ai mercati dell’Oriente”.
E proprio sulla questione turismo Confindustria si sofferma: “L’industria del turismo In Romagna è nata l’industria che ha fatto da battistrada per creare tutte le altre forme di turismo, da quello congressuale a quello enogastronomico. Abbiamo fatto del concetto di ospitalità a 360° una delle punte di diamante della Romagna: lo abbiamo ideato, esportato, e ora siamo pronti per potenziarlo”.
Scoglio da superare è la crisi del settore dell’edilizia: “potrebbe aiutare un vasto programma d’investimenti per il recupero ed il restauro del proprio pubblico patrimonio, scuole comprese, avviato dalle Amministrazioni locali utilizzando anche le risorse che lo Stato è in procinto di sbloccare attraverso la Legge di stabilità. A tal proposito è particolarmente apprezzabile l’impegno messo in atto dall’Amministrazione comunale di Rimini con un programma di investimenti in opere pubbliche nel 2017 per quasi 50 milioni di euro, che sommati a quelli già in corso raggiungono 94,5 milioni di euro, con una stima di 140 milioni totali fino al 2019, interventi in ambito di edilizia culturale, scolastica, nuovo sistema fognario, viabilità. Anche l’Amministrazione di Ravenna ha approvato a metà ottobre il piano triennale delle opere pubbliche per un investimento complessivo vicino agli 80 milioni di euro. L’importo maggiore, quasi 50 milioni di euro, è destinato alla manutenzione straordinaria di strade e ponti; 17 milioni agli edifici pubblici (in particolare, scuole); il rimanente per la mobilità urbana e l’ambiente”.
Per migliorare la copetitività del territorio serve una ricetta chiara che parta dalla semplificazioni della burocrazia, che consenta di velocizzare gli adempimenti e che garantirsca trasparenza e certezza alle imprese e ai cittadini.
Un altro volano per il rilancio dell’economia è il finanziamento dei progetti più interessanti e innovativi che favoriscano nelle scuole, dalle elementari alle superiori, la conoscenza del territorio e delle sue imprese, l’alternanza scuola – lavoro, l’orientamento, la promozione della cultura tecnica e scientifica.
Così come non si può prescindere dall’innovazione tecnologica e la sfida digitale: “Abbiamo l’impressione che rimanga ancora molto da fare perché ci sia una percezione diffusa di come i tecnopoli possano davvero avere una positiva ricaduta sul mondo delle imprese, e non va quindi lasciato niente di intentato affinché il dialogo continui e si raggiungano i risultati prefissati. La Romagna può essere un laboratorio utile per testare quell’internet delle cose che promette di cambiare il volto della manifattura, grazie l’integrazione tra tutte le componenti aziendali. Ci candidiamo ad accogliere sperimentazioni che possano migliorare il modo di produrre e di concepire il ciclo di vita dei prodotti.”