
Alcune opere dei due fratelli, protagonisti dell’arte ravennate tra Ottocento e Novecento, ospitate nella vetrina ex Bubani in piazza del Popolo
Se fossero nati, o si fossero trasferiti definitivamente, a Firenze scriveremmo di due protagonisti dell’arte italiana tra Ottocento e Novecento. Invece, quando pensiamo a Vittorio e Alessandro Guaccimanni, abbiamo in mente due grandi autori dal calibro locale, che faticano anche a trovare spazio nella programmazione espositiva cittadina. A questa trascuratezza, interrotta dal catalogo, seppure parziale, delle opere edito dalla Fondazione della Cassa di risparmio di Ravenna nel 2013, non vuole certo porre rimedio l’esposizione – che, invece, ha l’obiettivo di tenere desta l’attenzione su due artisti di prim’ordine e che meriterebbero ben altre iniziative – che si concluderà mercoledì 27 ottobre ed è ospitata nelle vetrine del negozio ex Bubani in Piazza del Popolo a Ravenna e ora di proprietà della Cassa di Ravenna.
Dal post Risorgimento alle pinete, dal paesaggio al lavoro, dalla ritrattistica alle miniature, l’attività dei fratelli Guaccimanni ha lasciato un segno profondo nella storia dell’arte cittadina sia con Vittorio (1859-1938) sia con Alessandro (1864-1927). Più “cittadino” il primo, più esposto alle esperienze oltreconfine il secondo, più “politico” Vittorio, più “mondano” Alessandro, i due fratelli Guaccimanni hanno diritto al pieno riconoscimento delle loro capacità pittoriche (e anche incisorie per Vittorio, mentre Alessandro non si avvicinò mai alla tecnica dell’acquaforte o della litografia) e anche ad un mercato collezionistico che ne riconosca pienamente le qualità ed i meriti. Che sono sostanzialmente quelli di aver dato a Ravenna due pittori di caratura nazionale entrambi discepoli di Arturo Moradei. Ma mentre un altro importante allievo di Moradei, Domenico Miserocchi detto il Pastorino, resterà tutta la vita fedele al gusto del maestro e a una pittura intinta di folklore e ammiccante a un romanticismo popolaresco, Vittorio Guaccimanni se ne distaccherà seguendo l’evoluzione del gusto in senso vagamente divisionista oppure “tornando” al sentimento post risorgimentale con grande maestria. Fratello minore di Vittorio, Alessandro, dopo gli studi iniziali a Ravenna, si perfezionò a Firenze e a Roma. Risiedette per qualche tempo a New York, dove eseguì, soprattutto ma non solo, acquerelli di soggetto veneziano e ritratti in miniatura di gusto tipicamente anglosassone oltre a vedute della città americane molto apprezzate dai collezionisti di Oltreoceano. Al suo ritorno in patria riprese la consuetudine della pittura a olio e ad acquerello, partecipando a diverse esposizioni, ma furono soprattutto i raffinati ed eleganti ritrattini, generalmente dipinti su avorio, che gli ottennero l’apprezzamento della committenza. Ne eseguì molti anche in Inghilterra, dove soggiornò nei primi anni del Novecento.