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Si tratterebbe di due giovani cittadini afgani. Alla base dell’aggressione, la convinzione che la vittima avesse rubato un telefono cellulare

Al termine delle indagini, i Carabinieri della Compagnia di Rimini – sotto la direzione della locale Procura della Repubblica – ritengono di aver fornito elementi di chiarezza che costituiscono un solido quadro indiziario in merito all’accoltellamento avvenuto martedì 19 settembre, ai danni di un ragazzo del Senegal.

In particolare, i militari della Sezione Operativa della Compagnia di Rimini, appena avvertiti del grave evento di sangue che si era perpetrato nella notte, si sono subito attivati per comprendere l’esatta dinamica dei fatti.

La minuziosa ricostruzione dei fatti antecedenti all’episodio di violenza ed un attento ascolto della vittima, consentiva infatti ai militari di ottenere particolari, risultati poi fondamentali per giungere all’individuazione dei presunti autori.

Per come delineato dai Carabinieri coordinati dalla Procura di Rimini, il tutto avrebbe avuto inizio a Bellariva, quando la vittima dell’accoltellamento aveva un diverbio con un altro giovane di origini afgane, poiché quest’ultimo lo accusava di avergli sottratto il telefono cellulare. Al fermo diniego di alcuna responsabilità sulla scomparsa del dispositivo telefonico, il 22enne afgano si sarebbe procurato però, da un terzo soggetto, un coltello poi usato per colpire ripetutamente la vittima con numerosi fendenti. 

L’aggredito, subito trasportato presso il pronto soccorso di Rimini per le ferite inferte e lì trattenuto con una prognosi di 45 giorni, veniva sentito dai militari e, grazie alla descrizione dei soggetti che lo avrebbero aggredito, si ponevano le basi per iniziare la ricerca degli stessi.

Ritenendo queste persone presumibilmente senza fissa dimora e che potevano molto probabilmente dimorare in luoghi in stato di abbandono dove creare bivacchi di fortuna, le ricerche sono partite proprio da questa tipologia di siti, permettendo quindi due giorni dopo, il 21 settembre, di individuare colui che, in ipotesi d’accusa, avrebbe dato l’arma al ragazzo afgano.

Questi, identificato in un 38enne connazionale della vittima, durante la perquisizione veniva trovato in possesso di 2 coltelli, uno dei quali verosimilmente utilizzato la notte precedente per l’aggressione e, pertanto, sottoposto a fermo d’indiziato di delitto in concorso ed associato alla casa circondariale di Rimini a disposizione dell’Autorità Giudiziaria ed in attesa della convalida.

Nel frattempo, l’approfondimento investigativo in corso permetteva ai militari di identificare il presunto esecutore materiale dell’accoltellamento e di inserire una nota di ricerca per tutte le Forze di Polizia, in modo da estendere il più possibile il campo d’azione, avendo il fondato timore che il soggetto, proprio perché senza fissa dimora, potesse allontanarsi da Rimini. La preoccupazione era suffragata dal fatto che il 25enne era stato controllato presso la Stazione ferroviaria di Bologna già il giorno successivo all’accoltellamento, quando non erano state acquisite tutte le informazioni utili alla sua identificazione, versando ancora nelle fase embrionale dell’indagine.

La nota di ricerca raggiungeva il suo scopo, tanto che nella notte di sabato 23 settembre una pattuglia della Squadra Volanti della Questura di Rimini, durante l’attività di controllo delle aree di maggiore interesse operativo, notava all’interno del parco Murri un soggetto che, alla vista degli operanti, assumeva immediatamente un atteggiamento guardingo e sospettoso. L’attento controllo dei Poliziotti faceva subito scattare l’alert sulla sua ricerca e, quindi, una volta portato il soggetto presso gli uffici della Questura ed avvertito i Carabinieri della Compagnia di Rimini, si procedeva congiuntamente, secondo la consolidata sinergia e la sperimentata collaborazione, ad eseguire il suo fermo in quanto ritenuto gravemente indiziato del delitto di lesioni aggravate. Anche quest’ultimo soggetto, dopo le formalità di rito, è stato condotto presso la casa circondariale di Rimini in attesa della convalida da parte del GIP presso il Tribunale di Rimini.