
Preoccupa l’impatto che le 59 pale eoliche, alte 125 metri, avrebbero a livello visivo, turistico e ambientale. Deciderà il Ministero
Le 59 pale che dovrebbero produrre energia pulita davanti alla costa di Rimini e Cattolica continuano a fare discutere. Un progetto ambizioso, da 330 megawatt, che divide politica ed opinione pubblica. Sul fronte del no, Lega e Fratelli d’Italia così come l’associazione Italia Nostra. Il timore è che le pale eoliche, alte 125 metri, abbiano un impatto sia sull’ambiente che sul turismo “deturpando il paesaggio”.
Cauta la Regione Emilia Romagna così come Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, che per valutare l’infrastruttura ha chiesto una relazione riguardante l’impatto visivo del progetto.
Energia Wind 2000, società promotrice del parco eolico, dal canto suo rassicura affermando che per attenuare la visibilità delle pale, installerà le “le turbine più vicine a circa 10-12 chilometri dalla costa, su fondali di 12 metri, mentre le più lontane saranno posizionate 22,2 chilometri su profondità di 32 metri. Gli aerogeneratori non saranno raggruppati ma formeranno tre archi, con una distanza tra una turbina e l’altra di 680 metri, così da non ostacolare la pesca e la navigazione”.
“Dalla costa si vede il primo palo che poi copre gli altri e così via. Se invece così non fosse, “non la vorrei neppure io”, dichiara a Corriere Romagna il presidente della Provincia Riziero Santi che sottolinea di non sposare alcun progetto ma al tempo stesso esorta alla necessità di “pensare alle energie alternative”. Non possiamo andare avanti con una provincia così energivora – aggiunge – che consuma 900mila tonnellate di petrolio all’anno. Ne va dell’ambiente, del turismo e della salute”. Sulla questione paesaggio, il consulente energetico internazionale Alex Sorokin, sentito dal Fatto Quotidiano, non nasconde che si tratta di turbine visivamente imponenti: “se ciascuna è capace di fornire 5,6 MW significa che il diametro del loro rotore sfiorerà il doppio dell’apertura alare di un Jumbo-jet, si parla infatti di pale lunghe 81 metri, poste su piloni di 125 metri”. Per l’ingegnere, dunque, bisognerebbe pensare ad un’installazione lontano dalla costa, perché “turbine grandi vicino ad aree di fruizione turistica non possono che suscitare controversie”. Positivo, invece, il suo parere rispetto all’impatto sui fondali marini: “Nel mare del Nord, dove l’eolico fuori costa è una realtà sviluppata, hanno constatato che nel tempo – spiega a ilfattoquotidiano.it – le fondazioni delle turbine diventano oasi ricche di flora e fauna, proprio come avviene sui relitti, per cui l’effetto sull’ecosistema non è negativo bensì positivo”.
L’ultima parola spetta ora al Ministero dell’Ambiente, che dovrà pronunciarsi sulla concessione demaniale.