Il progetto di un artista forlivese presto a San Marino

La prossima tappa del progetto sarà nei musei di San Marino, dopo essere stato ospitato in 11 città italiane e aver coinvolto i Musei San Domenico di Forlì, il Museo del Mare di Palermo, Stazione Marittima Zaha Adid, Salerno, il Comune di Imola. Si tratta di Touroperator, una mostra di arte contemporanea, con opere costruite utilizzando gli scafi recuperati nel cimitero delle barche di Lampedusa, dall’artista Massimo Sansavini. Il progetto ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International per l’alto valore simbolico ed etico delle tematiche proposte: le opere, ricavate dai relitti delle barche naufragate, assono diventate una denuncia sociale contro la perdita di vite in mare. Una mostra itinerante per riflettere su una condizione di emergenza che attanaglia il nostro tempo.

 

 

L’idea è di un forlivese, Massimo Sansavini (Forlì, 1961) che comincia ad attuarla fin dal nel 2013, dopo che molti migranti persero al vita in mare. Questo episodio diventò per lui slancio per lanciare un messaggio a un pubblico il più vasto possibile. Recatosi nel “cimitero delle barche” di Lampedusa, ha recuperato i legni di quei relitti e, con essi, gli effetti personali di chi ha perso la vita in mare, e ne ha fatto delle gioiose sculture. Si tratta perà di un messaggio di dolore, un riferimento ai responsabili di traffici illeciti, la denuncia di un’illegalità che illude i migranti per condurli, spesso, alla morte. 

Nel settembre 2015 il per la prima volta il Tribunale di Agrigento ha autorizzato l’artista al prelievo di fasciame degli scafi dei migranti sottoposti a confisca  e custoditi presso la ex base americana LORAN a Lampedusa. “Essere l’unica persona autorizzata a prelevare gli scafi nel cimitero delle barche di Lampedusa  – afferma Sansavini –mi dà la possibilità di potere realizzare opere cariche di una forte valenza simbolica.”

Alla mostra hanno contribuito con testi critici e scritti Valeria Arnaldi, Daniela Brignone, Pietro Bartolo, Davide Rondoni.