ike Sharing Il bike sharing piace ai cittadini e all’ambiente, ma il suo limite è nella sostenibilità economica
Sulla Riviera romagnola non si respira una buona aria. L’emergenza inquinamento torna a farsi sentire e il suo “termometro” sono gli sforamenti nei limiti massimi di polveri sottili. Una buona fetta di responsabilità, come è noto, è da attribuire all’uso dell’automobile, da cui deriva la necessità di incentivare la mobilità sostenibile, che tocca il cuore del problema. L’anno scorso, più o meno di questi tempi, comparivano per la prima volta in Romagna le oBike, le bici gialle che permettevano un comodo servizio di bike sharing per cittadini e turisti. La start up di Singapore che lanciò il servizio è fallita qualche mese fa, ma resta il fatto che sulla Riviera romagnola le sue bici hanno ottenuto un buon successo.
La nostra riviera, in realtà, è sempre stata attivissima nel noleggio bici… ma che lo sia sempre meno è un dato di fatto. Ciò che è emerso negli ultimi anni è che, pur piacendo a cittadini e turisti e giovando all’ambiente, un limite nella sostenibilità economica di questa attività, da un punto di vista imprenditoriale, consiste nel dover pagare, a ogni Comune della Riviera romagnola ove essa si svolge, la Tosap (Tassa Occupazione Suolo Pubblico) per ogni singola bicicletta. Sarebbe auspicabile, visto il loro rilevante valore sociale, che i nostri Comuni decidessero di esentare dalla Tosap queste iniziative economiche, o tramite esenzione vera e propria, o tramite contributi compensativi. Una logica da estendere a tanti settori meritevoli della sharing economy. Per una Riviera più green, sharing e contemporanea.