Sport e società, un’esposizione nata dalla collaborazione tra la rivista “il Romagnolo” e Hippogroup Cesenate

Sport e società, un’esposizione nata dalla collaborazione tra la rivista “il Romagnolo” e Hippogroup Cesenate

La storia del trotto in Romagna è al centro della mostra in programma dal 17 luglio a fine agosto, allestita nei locali della tribuna dell’Ippodromo del Savio.

Nata dalla collaborazione tra HippoGroup Cesenate e la rivista “Il Romagnolo”, l’esposizione, dal suggestivo nome di “Clòppéte”, riprende in pannelli di grande formato foto e articoli apparsi sulla rivista: una carrellata che ripercorre le vicende di un mondo affascinante, fortemente legato alla società del territorio. Gli approfondimenti sul mensile sono stati curati dal giornalista Ettore Barbetta, il materiale iconografico, tra cui rare foto e documenti, è stato fornito dal collezionista ravennate Alberto Forti. “Concept” grafico di Mauro Monaldini. L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa negli spazi dell’ippodromo (La Poggianina Garden), alla quale hanno partecipato Tomaso Grassi, presidente e amministratore delegato HippoGroup Cesenate, Ettore Barbetta, l’editore della rivista, Carlo Serafini, e il direttore responsabile Marco Montruccoli.

Grassi ha illustrato gli albori del trotto in Romagna partendo dal ruolo di Faenza. Poi ha ripercorso il passato dell’ippodromo del Savio, soffermandosi sulle vicende centrali, sui personaggi che l’hanno caratterizzato. Ad esempio, fu il padre, “l’innovatore” Riccardo Grassi, a stravolgere negli Anni ’50 la consuetudine del recarsi all’ippodromo di giorno, per introdurre le “notturne” di trotto, avvicinando in questo modo lo sport dei romagnoli alle richieste turistiche del boom economico che investì la Riviera Adriatica in quel periodo. L’ingegnere Tomaso Grassi, che è stato anche gentleman driver in giovane età, portò le sue riforme all’interno dell’ippodromo dando il via ad esempio al progetto di costruzione della “nuova” tribuna nel 1971, della quale si parlò per anni in tutta la Romagna e che tuttora troneggia in Viale Gramsci, ma che riformò anche l’ippica oltre il confine della “sua” Romagna, introducendo il primo totalizzatore elettronico negli Anni ’80 e la scommessa Quarté. Varie le innovazioni sul piano tecnico, anche sul fronte della sicurezza. Tra gli aneddoti quello di un Giulio Andreotti grande appassionato di corse, a Cesena nel 1986. Andreotti rispose più o meno così ad un articolo dell’Unità che parlava del suo successo “di pubblico” all’ippodromo, ma secondo solo a quello di Edwige Fenech, anche lei protagonista in precedenza: “Giusto, se no vi meritereste di essere ancora sotto lo Stato pontificio”…

 

IL ROMAGNOLO, UN PERIODICO IN EDICOLA DA OLTRE 15 ANNI

Durante l’incontro l’editore Carlo Serafini ha illustrato le caratteristiche e la “filosofia” del periodico, in edicola da oltre 15 anni e che riprende una testata storica di fine ‘800. La “missione” del giornale, diffuso da Rimini a Imola, e in edicole selezionate a Bologna e Ferrara, è legata all’approfondimento dei temi storici senza dimenticare il taglio divulgativo, vero punto di forza del mensile; assieme ad un ricco apparato iconografico che fa leva anche sull’archivio del fotografo ravennate Alvaro Casadio, con decine di migliaia di scatti dagli anni ‘30 ai ‘60.

Ettore Barbetta, nipote di uno dei maggiori “driver” dei primi decenni del Novecento, ha evidenziato le peculiarità del rapporto tra la Romagna e il trotto. “Abbiamo perseguito l’idea e il valore della difesa, ma soprattutto della divulgazione e della valorizzazione della storia e della cultura del trotto, elementi che riteniamo tra quelli fondamentali per la salvaguardia e il tentativo di rilancio di questo settore. Dall’allestimento di mostre, come quella realizzata al Savio l’anno scorso, allo scrivere e parlare del trotto, della sua storia e della sua cultura, appunto, in ogni occasione possibile, diverse sono le vie da percorrere per cercare di raggiungere questo obiettivo.

In questa prospettiva si inserisce la collaborazione con ‘il Romagnolo’, che ha accolto la nostra proposta di una serie di articoli sull’ippica in Romagna, insieme ai contigui Emilia e Veneto culla del trotto in Italia, iniziativa che si inserisce perfettamente nello spirito della pubblicazione, ‘il mensile di storia e tradizioni della provincia romagnola’”.

Marco Montruccoli, illustrando la nascita dell’iniziativa e citando  i contenuti degli articoli, ha ricordato che la Romagna è stata storicamente una delle “patrie” del trotto italiano, dove il dato sportivo è solo una parte, seppur importante, del tema. Anche i centri più piccoli da Lugo a Riolo Terme, avevano un proprio circuito; e nelle riunioni degli ippodromi romagnoli si mescolavano sport e “glamour”. Non a caso in concomitanza con le riunioni venivano organizzati altri importanti eventi: come l’Aida al teatro Rossini di Lugo nel 1902, diretta da Arturo Toscanini. Erano appunto occasioni di incontro, che coinvolgevano moltissime persone. Una storia anche “sociale” quindi, che merita di essere raccontata.

Come spiega HippoGroup Cesenate, la collaborazione con “Il Romagnolo” nasce con la volontà di preservare questi preziosi “scrigni della memoria” che sono stati gli ippodromi della Romagna, luoghi dove ciò che è accaduto in tribuna ha rispecchiato e rispecchia il vissuto del territorio, un patrimonio nazional-popolare che non può andare perduto.